La Volpe e l’Orso

Non si tratta di una favola di Esopo ma del Sentiero della Volpe e del Sentiero dell’Orso, in Val d’Aupa e Val Gleris, fatti in in sequenza.

Caratteristiche:

Primo weekend di marzo, bel tempo, in montagna dovrebbe esserci ancora neve e avrei voglia di una ciaspolata. Su consiglio di un compagno di pedalate opto per la Val Aupa e in particolare per una sua diramazione che non conosco: la Val Gleris.

Il segnavia del Sentiero della Volpe

Arrivato facilmente a Frattis, parcheggio davanti al ristobar Settepicche, prendo in mano le ciaspole, mi guardo in giro e, parte un lingua di neve, vedo solo prati in attesa del sole primaverile. Rimetto le ciaspole nel furgone e, con la scusa di un caffè, entro al Settepicche per chiedere lumi al gestore che, sconsolato, mi conferma che quest’anno c’è pochissima neve, quindi anello di fondo chiuso e che per il sentiero della Volpe bastano gli scarponi.

Ringrazio, per prudenza metto nello zaino i ramponcini, e mi avvio risalendo la Val Gleris seguendo i simpatici segnavia del Sentiero della Volpe. Dopo un centinaio di metri inizia la neve, bagnata ma compatta, sulla quale si cammina agevolmente. La cosa che mi colpisce immediatamente è il silenzio. Un silenzio surreale, interrotto soltanto dal cinguettio di qualche uccellino. Anche il panorama è meraviglioso, con le Sette Picche che chiudono a sud la vallata. Hanno nomi che scatenano la fantasia, da sinistra: Tridente, Torre Bassa, Spičot, Cima Est, Cima alta, Cima di Mezzo, Cima del Muini, Cima della Pecora e Cima della Vacca. Il paragone viene spontaneo con la Val Saisera: più maestosa ma anche più frequentata e quindi rumorosa.

Dopo dieci minuti mi tolgo il pile leggero (la giacca a vento è rimasta nello zaino) e, complice il sole, proseguo in maglietta con le maniche corte.

La Val Gleris con le Sette Picche a far da coronamento

La risalita della valle è facile anche se un po’ faticosa per via della neve pesante, e in meno di un’ora mi trovo davanti al cartella che indica la fine del sentiero. Decido però di continuare a salire fino a una strada che avevo individuatosi sulla cartina e, camminando sulla neve fresca, arrivo fino alla stazione di controllo del gasdotto. Da qui risalgo fino alla strada asfaltata e quindi la seguo in discesa fino a tornare a Frattis. Il rientro è quasi tutto sulla strada asfaltata, a parte le ultime centinaia di metri lungo l’anello di fondo e i prati.

Ormai è ora di pranzo quindi mi concedo una bella birrozza e un piatto di cjarsons alle erbe al ristobar Settepicche: buonissimi! Da leccare il piatto, che infatti è tornato in cucina perfettamente pulito dopo aver raccolto col pane anche l’ultima traccia di burro.

I segnavia del Sentiero dell’Orso

Mi aspettavo, se avessi fatto il percorso con le ciaspole, di faticare di più, quindi, siccome è presto e il sole è ancora alto, decido di fare anche il Sentiero dell’Orso. Rispetto al Sentiero della Volpe è più corto, più facile ma anche più in ombra e con panorami meno affascinanti. In compenso passa per il Bar da Biondo a Studena Alta dove faccio sosta per un caffè e un’ottima grappa al corniolo.

Seguendo i segnavia rientro a Frattis per un bel sentiero tra le case e per i prati.

In conclusione la Val Gleris è stata veramente una piacevole sorpresa e senz’altro sarà meta di qualche altra escursione.



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