Monte Ossero/Osoršića

Non ero mai stato nelle isole del Quarnaro in inverno e per provarci, su consiglio di un amico, ho messo in programma la salita sul monte Ossero/Osoršića.

Caratteristiche del giro:

Il cippo di vetta del Televrina
Cippo di vetta del Televrina

Venerdì pomeriggio sono riuscito a staccare presto da lavoro, e, trovandomi già a Trieste, in un’ora e mezza di furgone sono arrivato al Campeggio Omišalj, sull’isola di Veglia/Krk.
Grazie a Schengen ho provato anche l’ebbrezza di passare per il confine sloveno–croato di Pasjak senza fermarmi e di pagare l’autostrada al casello di Rupa in Euro anziché in Kune. Decisamente, soprattutto d’estate, la Croazia è più vicina.

Arrivato alla reception in pochi minuti ho fatto il check–in e la gentile addetta mi ha detto di sistemarmi ovunque volessi, visto che il campeggio era praticamente vuoto. Ho scelto un posto in riva al mare e mi sono goduto il tramonto sul golfo del Quarnaro, con le luci di Kostrena, di Fiume e della riviera che punteggiavano il panorama come lucine del presepio.

Campeggio vuoto però significava negozio chiuso, ristorante chiuso, bar chiuso, e, siccome ero partito alla bersagliera, con solo la colazione in cambusa, mi sono fatto quattro chilometri – più altri quattro al rientro – per arrivare a Omišalj/Castelmuschio, già parato per il carnevale.

Purtroppo però anche in centro tutte le konobe e bar erano chiusi, quindi ho fatto una rapida visita al supermercato e sono rientrato in furgone per la cena.

Sabato mattina partenza presto, per prendere il traghetto delle 9:30 che da Valbiska mi avrebbe portato sull’isola di Cherso. Dopo 20 minuti di piacevole traversata sono arrivato a Merag e quindi, in 40 minuti di guida, a Ossero.


Giornata decisamente calda e piacevole, stranamente senza vento. Per prudenza ho messo comunque la giacca leggera nello zainetto e sono partito di buon passo per l’Osoršića.

Il giro inizia proprio dall’ingresso del campeggio Preko mosta, sullo sterrato proprio dietro alla cappella. La salita alterna strada bianca, sentieri e mulattiere, che non presentano difficolà, e inoltre è molto ben segnalato per cui è impossibile perdersi.

Birra ghiacciata 5 minuti

Man mano che salivo il panorama si allargava e la tentazione di fermarmi continuamente a scattare foto era fortissima. Un cartello con scritto “Mrzlo pivo – 5 min” (“birra ghiacciata – 5 minuti”) mi ha preannunciato la vicinanza del Planinarski Dom “Sv. Gaudent” che mi aspettavo di trovare desolatamente chiuso.

Quale sorpresa nel vedere che invece il gestore era venuto ad fare dei lavori e quindi il rifugio era informalmente aperto. Prima di ripartire ho fatto quattro chiacchiere con gli astanti e mi hanno pure offerto la birra!

Dal rifugio si prosegue sulla strada bianca che raggiunge i ripetitori, ma poco la cima con la croce metallica del Križica, si prende a destra il sentiero per il Televrina. Devo dire che mi aspettavo una tranquilla passeggiata, invece il sentiero che corre lungo la cresta, offre scorci sempre diversi, tra boschi e rocce, con qualche passaggio aereo e un breve tratto con una fune di sicurezza.

Spettacolare il panorama dal Televrina, da dove dicono si vedano il Tricorno e le Dolomiti. Purtroppo verso nord–est c’era foschia per cui la mia vista arrivava solo fino all’Učka/Monte Maggiore e alla catena del Velebit.

Panorama verso Lussino

Su un comodo sentiero sono sceso alle antenne e, dietro alla cabina del radar, ho fatto una breve deviazione per andare a vedere la grotta di Sveta Gaudencija/San Gaudenzio, che però si è rivelata poco più che una nicchia nella roccia.

Risalito alle antenne ho proseguito per la candida cappella di Sveti Nikola/San Nicola dove è iniziata la lunga discesa, a tratti scoscesa, verso Nerezine.

Devo dire che i sentieri sono segnati benissimo, con bollini ogni pochi metri e chiari cartelli ai bivi, quindi è stato facile trovare il bivio per Villa Clari e Halmac e la via del rientro.

A metà strada la graziosa cappella di Sveti Benedict/San Benedetto e poi, proseguendo su mulattiere tra muretti a secco, sono arrivato di nuovo a Ossero, con la bora che pian piano sta cominciando a soffiare.

Giro spettacolare, dai panorami bellissimi, fatto in un febbraio eccezionalmente caldo. Molto interessante la strada bianca che sale sotto al Televrin e sembra che dica «fammi in bici»… chissà.


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